Published: 27th September 2013
Author: Unknown
Publication: Automobilismo

The latest attempt has yet Autodelta engineer Chiti, who combine for the first time a mechanical “Alfa Nord” (indeed, the last engine designed from Arese) with sportier body “Alfa Sud” available at vintage, has produced an excellent car in many respects. The Sprint 6C was something more than a simple exercise technique: observing the outside, the mechanical arrangement and the interior outfitting, we realise that the prototype had reached the final stage, when there is only the plan of industrialisation to put it into production. Externally it was in fact completely defined, with new headlights that in a few months would also adopted the standard versions of the Sprint and the beautiful bumpers and flared fenders to create a “GTA Eighties". Even the interior is at least as auto pre: detach the bucket seats and the small leather steering wheel, only differences compared to the standard models, but already observing engine covers plastic preformed and the thick layers of sound absorbing material it is understood that the construction of the prototype aimed beyond experimentation. Also because the mechanics ranged from very little compared to the top of the range Alfa Romeo era: the engine, centrally located longitudinal, it is the six-cylinder injection 2,492cc 156hp already mounted on Alfa 6 and the GTV. Behind it the five-speed gearbox is arranged so that any later-wheel drive would be installed easily if this is not a car ready for production... Then there are the official pictures of the time, taken on the track Monza and spread just to test the public's reaction to such a project. Unfortunately, the dream has remained so, and despite the exceptional test which was submitted by Ghidella in person, even this extraordinary Alfa Romeo has had to settle for a place, however prestigious, the Museum of Arese.

Original Italian language version

La Sprint 6C

L’ultimo tentativo si deve ancora all’Autodelta dell’ingegner Chiti, che unendo per la prima volta una meccanica “Alfa Nord” (anzi, l’ultimo motore interamente progettato ad Arese) con la più sportiva carrozzeria “Alfa Sud” disponibile all’epoca, ha prodotto una vettura eccellente sotto molti punti di vista. La Sprint 6C era qualcosa in più di una semplice esercitazione di tecnica: osservandone l’esterno, la disposizione meccanica e l’allestimento dell’abitacolo, ci si rende conto che il prototipo era giunto alla fase finale, quando manca soltanto il piano di industrializzazione per metterla in produzione. Esternamente era di fatto completamente definita, con la nuova fanaleria che nel giro di pochi mesi avrebbero adottato anche le versioni standard della Sprint e con i bellissimi paraurti e parafanghi allargati a creare un effetto “GTA anni Ottanta”. Anche l’interno è perlomeno da auto di preserie: spiccano i sedili avvolgenti e il piccolo volante in pelle, uniche differenze rispetto ai modelli standard, ma già osservando le coperture del motore in materiale plastico preformato e gli spessi strati di materiale fonoassorbente si capisce che l’allestimento del prototipo mirava oltre la sperimentazione. Anche perché la meccanica variava di pochissimo rispetto al top di gamma Alfa Romeo dell’epoca: il motore, in posizione centrale longitudinale, è il sei cilindri a iniezione 2.492 cc da 156 CV già montato su Alfa 6 e GTV. Dietro di esso il cambio a cinque marce è disposto in modo che un’eventuale versione successiva a trazione integrale sarebbe stata facilmente allestibile: se questa non è una vettura pronta per la produzione… Ci sono poi le foto ufficiali dell’epoca, scattate sulla pista di Monza e diffuse proprio per saggiare la reazione del pubblico a un progetto del genere. Purtroppo però il sogno è rimasto tale, e nonostante l’eccezionale collaudo cui fu sottoposta da Ghidella in persona , anche questa straordinaria Alfa Romeo si è dovuta accontentare di un posto, per quanto prestigioso, all’interno del Museo di Arese.